Bosco delle Madonie: la leggenda del riccio che regalò i suoi aculei per proteggere le castagne
Nel grande parco delle Madonie, dove il sole va a dormire presto, si avverte un’arietta frizzantina e in lontananza, in qualche casetta tra i boschi, già un camino sbuffa lanciando pennacchi di fumo. Non tutti l’hanno sentito, ma l’autunno è già arrivato, puntuale, come un orologio; lui sa qual è il suo momento. Arriva prima nei boschi, non chiede se tutto è pronto ad accoglierlo, è lui che dà la sveglia. – Dai, dai, ci sono mille cose da finire prima di cadere nel sonno profondo! Adesso nei boschi c’è un fermento sempre nuovo e sempre uguale. Gli animali fanno incetta per i momenti di magra, qualcuno si stiracchia a prendere gli ultimi raggi di sole, altri riempiono le loro tane per l’inverno, c’è chi si prepara a dormire, ma i piccoli non ne hanno voglia.
I gatti selvatici si arrampicano sugli alberi cascando con fragorosi miagolii, simili a risate; le donnole guardano lontano, mettendosi in piedi sulle loro zampette, e urlano non si sa a chi. Qualche coniglio selvatico attraversa di corsa e inciampa su un riccio. – Ahi mi sono punto! – Stai attento- lo sgrida mamma coniglietta – lanciando un’occhiataccia al riccio. – Sempre tra i piedi questo qui! Un daino dalle corna maestose passa e guarda, con aria snob, quelle piccole creature indaffarate. Lui ha altri progetti dall’alto del suo “palco”. Più in là si sente un passo felpato, tra il fruscio delle foglie. E’ la furbetta, la solita volpe che cerca di farla franca e “zompare” su qualche cucciolo indifeso, ma sono tutti all’erta. C’è solidarietà nel bosco, quando ognuno ha la pancia piena! Lontano un ululato non allarma nessuno. – Se c’è il lupo possiamo stare tranquilli! – dicono gli amici del bosco.
Una puzzola, si sente arrivare, puzza puzza puzza, ma niente di male, si è strofinata sull’erba umida e ha lasciato un po’, ops, del suo profumino! Un gufo troneggia su un ramo e guarda qua e là; controlla che tutto sia a posto, come fa un buon guardiano, mentre il ghiro già sbadiglia, dormiglione lui, non gli basta mai quanto dorme.
Improvvisamente si ode un lamento. E’ il grosso castagno, il gigante buono, il re del bosco che, dopo aver dato riparo, compagnia e protezione a tutti i suoi amici del bosco, chiede di poter portare a termine tranquillo, il frutto del suo lavoro, prima di addormentarsi. – “Non so come fare a proteggere i miei frutti da questi fastidiosi e sconosciuti impertinenti, mi pizzicano e non mi danno tregua!” Pronto il riccio, quello mal visto, quello che sta un po’ in disparte (perché chi ci inciampa … beh son lamenti, e come si sa, quelli lasciati ai margini, sono i più generosi), proprio lui, il riccio spinoso, si offre per aiutare quel gigante del bosco. Si arrampica su su su per il tronco e come per magia gli lascia cadere un po’ dei suoi aculei che avvolgono le giovani castagne e le proteggono fino a farle diventare grandi e mature.
Quando c’è armonia e ci si aiuta, niente fa paura. Adesso gli animali del bosco sono contenti e se cade in testa una castagna o inciampano in un riccio … Oh mannaggia! E guardano su … ma non si fanno sentire dal riccio di terra, perché hanno ammirato molto il suo gesto di solidarietà. E intanto il sottobosco si colora di un manto meraviglioso, come se di notte, un pittore sbadato, passando di lì, avesse lasciato cadere la sua tavolozza.