La devozione dei trapanesi per la “Bedda Matri di Trapani” e le leggende dedicate alla Madonna

La Madonna di Trapani è una delle figure mariane più amate e venerate in Sicilia. La sua leggenda intreccia fede, miracoli e tradizioni popolari che nei secoli hanno segnato l’identità religiosa e culturale della città. Non si tratta solo di una storia di devozione, ma di un patrimonio che unisce spiritualità, memoria collettiva e perfino la produzione vitivinicola locale.
La nave pisana e il simulacro della Madonna di Trapani
Secondo la leggenda più diffusa, una nave pisana approdò al porto di Trapani intorno al 1291. L’imbarcazione, sorpresa da una violenta tempesta, cercò riparo in città. I marinai tentarono più volte di riprendere il mare, ma ogni volta che la nave salpava, il vento e le onde si scatenavano, impedendo la partenza.
Alla fine si giunse alla conclusione che la causa fosse legata al prezioso carico che la nave custodiva: un simulacro in marmo raffigurante la Madonna con il Bambino. Fu così che i marinai consegnarono la statua alla città di Trapani, raccomandando di spedirla a Pisa appena il mare si fosse calmato. Intanto, l’immagine sacra venne custodita nella chiesa di Santa Maria del Parto, che per anni aveva accolto i Carmelitani.

Il carro di buoi e l’arrivo all’Annunziata
Quando giunse il momento di trasportare la statua verso il porto per rispedirla a Pisa, venne caricata su un carro trainato da buoi. Invece di dirigersi verso la costa, gli animali imboccarono la strada per la campagna e si fermarono davanti alla chiesetta dell’Annunziata.
I Carmelitani, riconoscendo in quel gesto un segno divino, uscirono in processione ad accogliere la Madonna con grande gioia. Da quel giorno si stabilì che la Madonna di Trapani rimanesse in città, custodita e venerata dai frati del Carmelo.
Questa vicenda richiama molte altre leggende siciliane, in cui buoi e carri sembrano guidati da una volontà superiore. In esse, la devozione popolare interpreta il percorso misterioso degli animali come un chiaro messaggio divino.
La seconda leggenda: la Madonna ritrovata dai pescatori
Un’altra versione della leggenda, più terrena ma non meno suggestiva, racconta che alcuni pescatori trapanesi trovarono in mare una grande cassa. Una volta portata a riva, la aprirono e scoprirono al suo interno la statua della Madonna con Bambino.
Il primo a toccare l’immagine fu un uomo storpio, che guarì all’istante. Da quel momento si diffusero racconti di miracoli e guarigioni attribuite alla Madonna. Fedeli provenienti da ogni parte iniziarono a pregare davanti al simulacro, implorando salute e prosperità.
Il miracolo della vite e la nascita del vitigno Cataratto
La leggenda narra anche che la statua rimase a lungo poggiata su un terreno arido, dove un tempo sorgeva un vigneto ormai improduttivo. I contadini, colpiti dalla siccità, pregarono la Madonna affinché facesse scendere la pioggia. Nonostante le invocazioni, l’acqua non arrivava.
Ma quando si tentò di spostare la statua in una chiesa, avvenne un evento straordinario: la vite sulla quale poggiava il simulacro cominciò a germogliare, producendo grappoli d’uva dorati e luminosi come il sole.
Il popolo esultò, riconoscendo in quel prodigio un segno della benevolenza divina. Quell’uva venne chiamata “Cataratta”, termine che in siciliano richiama l’abbondanza e la cascata. Da qui derivò il nome del celebre vitigno Cataratto, che, insieme a Inzolia e Grillo, viene ancora oggi utilizzato per produrre il rinomato vino Marsala. Un miracolo che non solo restituì speranza ai contadini, ma diede anche origine a una tradizione vinicola di fama internazionale.

La “Bedda Matri di Trapani”: fede e devozione popolare
La devozione verso la Madonna non si esaurisce nel racconto delle leggende. Ogni anno, il 16 agosto, la città celebra la Festa della Madonna di Trapani, copatrona insieme a Sant’Alberto.
La giornata è caratterizzata da solenni celebrazioni religiose, processioni e momenti di profonda spiritualità. La notte del 16 agosto, lo spettacolo dei fuochi d’artificio colora il cielo di Trapani, rendendo la festa non solo un evento religioso, ma anche un’occasione di comunità e accoglienza.
I trapanesi amano rivolgersi alla Madonna con appellativi intrisi di affetto e familiarità: “Bedda Matri di Trapani”, “Bedda Matri” o “Matri mia”. Queste espressioni popolari testimoniano un rapporto intimo e profondo con la patrona.
Accanto a esse, nella parlata siciliana, sopravvivono proverbi e invocazioni come “Speramu a Diu” o “U Signuri runa i viscotta a cu un’avi anghi”, che rivelano un mondo intriso di fede e speranza. La Madonna di Trapani rappresenta quindi non solo una figura religiosa, ma anche un simbolo identitario che racchiude il legame fra la città, la sua storia e le sue tradizioni.
Un patrimonio di fede, cultura e identità
Le leggende legate alla Madonna di Trapani non appartengono solo al passato. Esse continuano a vivere attraverso i racconti tramandati, le celebrazioni religiose e le tradizioni popolari. Rappresentano la forza della memoria collettiva, capace di unire spiritualità, miracoli e cultura materiale, come nel caso del vino Cataratto e del Marsala.
La Madonna di Trapani è quindi molto più di una statua o di un’immagine di culto: è un simbolo che custodisce la storia, la fede e l’anima di un’intera comunità.