Le chiese di Erice sono davvero cento? Info e curiosità sul borgo
Erice, conosciuta anche come la città delle cento Chiese, sin dalla sua fondazione, è sempre stato considerato un borgo legato alla fede. Diodoro Siculo riporta l’antica tradizione che vuole fondatore della città Erice, re degli Elimi, figlio di Venere e di Bute, che qui avrebbe innalzato un tempio alla madre, a cui anche i romani tributarono onori e venerazione.
Quando i normanni cinsero la città d’assedio e scacciarono i musulmani, attribuendo la conquista all’intercessione di San Giuliano, disponendo che da quel momento Erice si chiamasse Monte San Giuliano. Una lunga storia di fede, non solo un insediamento medievale, ma una città che affascinava già elimi, fenici, romani, bizantini e arabi.
Erice: le città delle cento chiese
Ciò che salta subito all’occhio, a chi visita il borgo, è la presenza di numerose chiese. Certamente, l’appellativo di Erice città delle cento chiese è un termine figurativo, sebbene, rispetto agli altri centri siciliani, considerando le piccole dimensioni della città, il numero di edifici religiosi è ben superiore alla media. Molti di essi sono giunti fino a noi e, grazie anche a una continua opera di restauro e conservazione, possono essere ancora visitati. Ecco le chiese più importanti:
- La Chiesa Madre – Il Real Duomo
- Chiesa di San Giuliano
- Chiesa di San Cataldo
- Chiesa di Sant’Antonio
- Chiesa di San Giovanni Battista
- Chiesa di San Martino
- Chiesa di San Pietro
- Chiesa di San Domenico
- Chiesa del SS. Salvatore
- Chiesa di Sant’Alberto
- Chiesa di Sant’Orsola
- Chiesa di Sant’Ippolito
- Chiesa di Santa Teresa
- Chiesa di San Carlo
- Chiesa di Sant’Isidoro
- Chiesa di san Francesco
- Chiesa del Carmine
Le chiese del borgo di Erice. Tutte le info sulla loro storia
Lasciarsi incantare dalla bellezza delle chiese di Erice è senza alcun dubbio il modo migliore per scoprire l’anima culturale e storica di una città stratificata la cui religiosità risale alla notte dei tempi. Di seguito vi citiamo alcune delle più importanti da tenere in considerazione durante la vostra visita alle chiese della città di Erice.
La chiesa madre di Erice – Il Real Duomo
Nascosto tra i vicoli della città medievale, a pochi passi dall’imponente porta Trapani, affacciato su uno dei panorami più belli della provincia trapanese, sorge il Real Duomo di Erice, la chiesa principale del borgo, detta anche Matrice, edificata da Re Federico III di Aragona nel 1312, con le pietre provenienti dall’antico tempio di Venere Ericina. Ancora oggi, murate sulla facciata meridionale della chiesa, si possono ammirare nove croci, simbolo di vita già in epoca precristiana, nelle culture orientali, provenienti dal tempio.
La Chiesa di San Giuliano
In posizione sopraelevata rispetto alla strada, si trova la splendida chiesa di San Giuliano, costruita, secondo la tradizione, per volere del conte Ruggero d’Altavilla per ringraziare il Santo martire che lo aveva aiutato a cacciare gli Arabi dalla città. San Giuliano, detto il liberatore, infatti è raffigurato con le sembianze di un guerriero armato di spada e falcone.
Sembra più accreditata l’ipotesi che la costruzione della chiesa risalga invece ai primi secoli del Cristianesimo. Subì vari rimaneggiamenti nel tempo e nel 1927 fu chiusa a causa di un crollo. Riaperta, dopo quasi 80 anni, il 26 dicembre 2005. La chiesa custodisce i gruppi statuari dei Misteri che rappresentano la morte e la passione di Cristo e che percorrono, ogni Venerdì Santo, le strade del bellissimo borgo.
La Chiesa di San Cataldo
Sorta sulle rovine di una chiesa medievale a tre navate, la sua costruzione, ad opera del parroco Andrea Scuderi, risale al 1740 ma si dovette attendere fino al 1786 per la sua apertura al pubblico. La chiesa conserva diverse opere d’arte di pregio tra cui una tavola ad olio del Carreca, raffigurante Santo Stefano e una statua in stucco di San Cataldo, opera di Federico Siracusa.
La Chiesa di Sant’Antonio
Di epoca Normanna, e’ tra le chiese più antiche della città di Erice. Sorge sullo stesso sperone a nord su cui fu edificato il Quartiere Spagnolo. Dell’impianto originario resta all’esterno l’arcata ogivale del prospetto frontale e la sagoma (ricostruita) del piccolo campanile. Insieme alla vicina chiesa di Sant’Orsola è un raro esempio di chiesa a due navate. Dopo essere stata chiusa per molto tempo è stata di recente ristrutturata e riaperta al pubblico.
La Chiesa di San Giovanni Battista
Affacciata sullo splendido panorama che guarda sulla baia del Monte Cofano, poco distante dai giardini del Balio, si trova la chiesa di San Giovanni, risalente, secondo l’iscrizione di una lapide, ai tempi di Costantino. Di grande impatto il portale orientale, tardogotico, con decorazioni a zig-zag, preceduto da una bellissima scala a ventaglio. Al suo interno sono custoditi gli affreschi medievali provenienti dalla chiesa rupestre di Santa Maria Maddalena e le opere in marmo e in stucco provenienti da altre chiese della città e ormai prive della loro originaria collocazione.
La Chiesa di San Martino
Eretta, secondo la tradizione, da Ruggero il Normanno nel XII secolo, venne ristrutturata a partire dal 1682, su progetto dell’architetto e sacerdote ericino Matteo Gebbia e abbellita con stucchi, affreschi e pitture di Antonio e Vincenzo Manno sul finire del XVIII secolo. Annessi alla chiesa, sono visitabili il cortile cinquecentesco e la straordinaria Sala della Congrega del Purgatorio.
La Chiesa di San Pietro
Edificata nel 1365 e successivamente ricostruita nel XVI e XVII secolo, quella di San Pietro, per la sua centrale posizione, fu una delle chiese della città più frequentate dagli abitanti di Erice. Venne annessa al vicino monastero delle Clarisse attraverso un corridoio sopraelevato, posto al di sopra di un arco che ancora oggi incornicia la strada di fronte alla chiesa e che permetteva alle claustrali di attraversare la strada e di accedere alla chiesa senza essere viste.
L’ex Chiesa di San Domenico
Fondata nel 1486 dai padri predicatori domenicani che giunti a Erice si stabilirono nella preesistente chiesa di San Michele che trasformarono e ampliarono. Dopo la soppressione degli ordini religiosi nel 1866, il monastero annesso alla chiesa venne chiuso e il complesso utilizzato come scuola elementare. La chiesa continuò le sue funzioni fino alla Seconda Guerra Mondiale, quando fu abbandonata. Dal 1972 è una delle sedi della Fondazione “Ettore Maiorana”.
La Chiesa del SS. Salvatore
Parte di un complesso monastico benedettino risalente all’inizio del XIV sec, di cui oggi giungono a noi solo delle tracce architettoniche esterne. La Chiesa del SS. Salvatore presenta al suo interno un impianto planimetrico semplice, costituito da un’unica navata e da delle piccole cappelle laterali, ricavate nei muri. Di particolare bellezza la lavorazione in marmo policromo dell’altare maggiore e del tabernacolo posto sopra di esso.
La Chiesa di Sant’Alberto
Edificata nel 1371, la Chiesa di Sant’Alberto degli Abati è un affascinante mosaico di stili. Voluta dalla nobile compagnia di Sant’Alberto dei Bianchi, è certamente una delle più antiche sorte in onore del Santo trapanese patrono e protettore dell’ordine carmelitano. Sull’altare principale troneggia la statua in marmo del 1640 di Sant’Alberto del Travaglia donata dal nobile Antonio Palma.
La Chiesa di Sant’Orsola
Sita nei pressi di Porta Spada, ai margine della mura della città, Sant’Orsola è immersa tra il verde degli alberi che contornano la vetta. Dal suo giardino, cinto da un muro, si può ammirare lo splendido panorama che spazia dalle Egadi fino al promontorio del monte Cofano. Sulla facciata della chiesetta, edificata nel 1413, spiccano il portale quattrocentesco in tufo giallo e, in alto, le due finestre campanarie.
La Chiesa di Sant’Ippolito fuori le mura di Erice
Posta fuori dalle mura della città, si trova sul fianco orientale del monte Erice a circa 400 metri s.l.m. lungo la strada provinciale che da Valderice porta ad Erice. Da qui la vista sull’agro ericino, da Bonagia fino al Monte Inici, è di una bellezza senza eguali. Si tratta di una delle chiese altomedievali, giunte fino a noi, legata a culti basiliani o benedettini, che si è andata via via sviluppandosi dopo il periodo arabo, con la ripresa del culto cristiano in epoca normanna.
La Chiesa di Santa Teresa
La Chiesa di Santa Teresa, fondata nel 1671 dai discendenti del patrizio ericino Giuseppe Badalucco, in assenza di eredi di quest’ultimi, fu destinata, assieme agli altri suoi beni, come da testamento, alla fondazione di un monastero di Carmelitane. I due fratelli, ultimi rappresentanti della famiglia, fecero sì che il loro palazzo fosse riadattato alla nuova destinazione d’uso. Così nel Convento si trasferì, nel 1701, un primo gruppo di Carmelitane scalze di S. Teresa d’Avila che, dedite alla preghiera e alla vita claustrale, si prodigarono alla preparazione di dolci e al ricamo.
La Chiesa di San Carlo
La chiesa di San Carlo Borromeo sorse, dopo il 1744, sulle rovine della vecchia chiesa annessa al monastero. Qui vissero le monache del Terz’Ordine Francescano, molto note per la preparazione dei tipici “dolci di badia”, ancora oggi prodotti dai pasticcieri di Erice, secondo le antiche ricette. La Chiesa dall’aspetto semplice si distingue per le ricche decorazioni interne. Vi si conserva una tela ad olio di autore ignoto raffigurante il Patriarca, ed una tavola ad olio di Pietro D’Andrea che riproduce la crocifissione. Di particolare interesse è il pavimento in mattonelle di maiolica trapanese del XVIII secolo.
La Chiesa di Sant’Isidoro
La piccola chiesetta, eretta nel 1666, si trova proprio accanto al Real Duomo, sui resti della casa natale del Beato Carmelitano Luigi Rabatà. Venne chiusa al culto intorno agli anni ‘30 del secolo scorso e per questo passata nel dimenticatoio. Dal 2010, dopo attenti lavori di restauro è riaperta al pubblico.
La Chiesa di San Francesco a Erice
La chiesa di San Francesco, o Chiesa dell’Immacolata, e il convento annesso risalgono al 1364; la bolla di fondazione fu emessa ad Avignone da papa Urbano V, il 22 agosto 1362. Fin dal XVII sec., il convento venne ampliato e rinnovato. La torre campanaria, eretta nel 1631 custodisce una campana che pesa 25 quintali, la più grande tra le chiese della città di Erice. L’edificio venne chiuso al culto nel 1927 per l’improvviso crollo della navata centrale e restaurato successivamente fin agli anni ‘70. In seguito tutta la struttura conventuale fu sede dell’ospedale civico e, solo dal 1975, riadattata, è una delle sedi della Fondazione “Ettore Maiorana”.
La Chiesa del Carmine
La chiesa e l’antico convento carmelitano vennero eretti nel 1423 per volontà testamentaria del nobile Bernardo Militari, all’epoca, arciprete della Matrice del borgo di Erice. Ad unica navata, la chiesa custodisce, sull’altare centrale, la statua in marmo bianco della Madonna del Carmelo, presumibilmente di scuola gaginiana. Di particolare pregio la prima cappella a sinistra in stile gotico e la seconda a destra caratterizzata da affreschi.
Un progetto di recupero delle chiese della città di Erice
Le chiese del Borgo di Erice, fatta eccezione per la chiesetta rupestre di Sant’Ippolito, fanno parte del progetto “Erice – La Montagna del Signore”. “Un progetto, – si legge sul sito ad esso dedicato – per la tutela, la conservazione, il restauro e la valorizzazione del patrimonio architettonico e artistico delle chiese di Erice”. Un intenso e qualificato lavoro, portato avanti dalla diocesi di Trapani insieme ad associazioni e alcune cooperative, che negli ultimi decenni ha permesso la riapertura al pubblico di molti siti chiusi e abbandonati da decenni.
Le chiese del borgo di Erice è un esempio positivo di valorizzazione e conservazione dello straordinario patrimonio artistico e culturale lasciatoci dai nostri antenati, in grado, se ben amministrato, di creare anche attrattiva turistica e benessere per il territorio circostante.