Una suggestiva spirale sulle alture siciliane. Un Labirinto dove perdersi tra arte e bellezza
Fiumara d’Arte, come suggerisce lo stesso nome, è un parco che ospita una raccolta di opere d’arte, sculture, mostre ecc. Un museo a cielo aperto, là dove scorreva un fiume, ora lento ora torrentizio, tra vegetazione fitta e terreni aridi, tra le montagne e il mare; un itinerario meraviglioso che attraversa i comuni di Castel di Lucio, Mistretta, Motta d’Affermo, Pettineo, Reitano e Tusa.
Tante le opere visitabili in questo che è uno dei parchi più grandi d’Europa che si snoda lungo le anse del vecchio fiume dove l’arte dialoga con la natura e viceversa. La prima opera, risale al 1986 per mano dello scultore Pietro Consagra cui, Antonio Presti, grande cultore e collezionista d’arte, commissionò un monumento, “La materia poteva non esserci “, a memoria del padre scomparso, opera che non intendeva tenere a casa ma che volle esporre sulla foce del Fiumara, in quello che diede il via a uno dei parchi scultura più importanti del nostro Paese.
Seguirono altre opere. Tra queste “Una curva gettata alle spalle del tempo“, “Monumento per un poeta morto” ribattezzata dai siciliani Finestra sul Mare, e “Stanza di barca d’oro“. Negli anni successivi venne fondato anche l’Atelier sul Mare, un posto dove gli artisti potessero soggiornare durante il loro lavoro. Il parco ospita anche esposizioni artistiche temporanee, mostre d’arte ed eventi culturali di varia natura.
Tra le tante sculture merita una visita il “Labirinto di Arianna”, tappa fondamentale, obbligatoria. E’ forse l’opera più suggestiva dell’intera Fiumara, posta sull’altura vicina a Castel di Lucio, un piccolo borgo che si estende tra la province di Messina (cui appartiene), Palermo ed Enna, con poco più di 1250 abitanti, sui Nebrodi. Il pittoresco borgo, arroccato a 750 metri di altitudine, a 22 chilometri dalla costa tirrenica, è famoso oltre che per il suo Castello, tanto da essere conosciuto col nome di Castelluzzo fino al 1862, anche per la provola dop dei Nebrodi.
Il Labirinto di Arianna, opera realizzata dall’artista Italo Lanfredini nel 1990, richiama chiaramente la cultura classica e la mitologia greca, si rifà al celebre mito di Teseo ed Arianna. Attraversarlo significa fare un cammino interiore per ritrovare sè stessi. L’entrata simboleggia l’organo genitale femminile da cui si viene al modo.
Ci si perde, così sembra, lungo il percorso, senza, in effetti, perdersi mai perchè la struttura a spirale non presenta strade da prendere, vicoli ciechi o scelte da fare. C’è un’unica strada da seguire che porterà al centro del labirinto dove si trova l’albero dell’ulivo, simbolo greco di saggezza e conoscenza. Un viaggio interiore, un percorso di riflessione e crescita, dove si rinnova la vita, avviene la rinascita. E’ un percorso alla ricerca di sè stessi in quello che simula il grembo materno.
Nel testo che accompagna l’opera si può leggere – “Il labirinto è riflessione, è spiritualità che deriva da una sorta di “maternità”, espressa in un dolce concentrico svolgersi di cerchi culminante in una aspirazione all’alto, al sublime”.
Per arrivare al Labirinto di Arianna occorre percorrere l’autostrada A20 Palermo-Messina o viceversa e uscire allo svincolo di Tusa o di Santo Stefano Camastra a seconda della direzione da cui si proviene. Non servono prenotazioni, l’ingresso è sempre libero e gratuito. Una passeggiata al tramonto o nelle belle mattinate invernali regala paesaggi, colori e atmosfere magiche indimenticabili, da non perdere.