Il 15 giugno San Vito Lo Capo festeggia il suo Santo patrono. Un momento di grande attesa tra la popolazione, i devoti e i turisti che affollano la cittadina marinara e danno il via alla stagione estiva. I festeggiamenti iniziano già ai primi di Giugno con diverse esibizioni in programma tra cui giochi di piazza, celebrazioni e sfilate varie oltre a manifestazioni folkloristiche, bande, balli e gare che riecheggiano antichi giochi della tradizione marinara.
Nel pomeriggio del 15, come da programma, nel molo sopraflutto, alle ore 15, si svolge il tanto atteso gioco antico dell’antenna a mare che da sempre affascina grandi e piccini, locali e turisti. I partecipanti a questa divertente gara dovranno percorrere una trave di legno, abbondantemente insaponata e quindi scivolosa, alla fine della quale, dopo lunghissimi dieci metri c’è la tanto agognata bandierina da conquistare. Chi, dopo immancabili e numerose cadute in acqua, riuscirà a prenderla, riceverà un premio.
Il momento culminante della rievocazione è lo sbarco del Santo accompagnato dalla sua nutrice Crescenzia e dal suo maestro Modesto. Una manifestazione che vede coinvolta tutta la marineria sanvitese che si pone in attesa, con le sue imbarcazioni, nel porto.
Questa rievocazione tra storia, tradizione e fede nasce da un’antica leggenda. Si narra che Vito, nato a Mazara del Vallo, giovane patrizio romano, figlio di un alto funzionario dell’antica Roma, sia fuggito, via mare, dalla sua città natale, assieme alla nutrice Crescenzia e a Modesto, il suo istitutore, che lo avevano convertito al cristianesimo, per sfuggire alle persecuzioni e ai martirii di Diocleziano.
Come accade in numerose altre leggende, durante la navigazione, arrivò la tempesta e i naufraghi trovarono riparo in un golfo, allora Capo Egitarso, sotto un costone roccioso. Qui i tre, che cercarono di diffondere il cristianesimo, non furono ben accolti e furono cacciati dalla popolazione del villaggio che non accettò di convertirsi. Come punizione divina, per questo rifiuto, si abbattè in paese una catastrofica frana che finì col seppellire il villaggio ed i suoi abitanti. Ancora oggi si può notare, giungendo a San Vito Lo Capo, via terra, una zona franosa, denominata Contrada Valanga, che richiama la leggenda.
Vito peregrinò per diversi luoghi della Sicilia facendo miracoli. Poi si spostò sulla penisola sempre con l’intento di diffondere il cristianesimo. Guarì il figlio stesso di Diocleziano affetto da una malattia “demoniaca” (chiamata oggi il ballo di San Vito) ma, nonostante questo grande gesto, fu torturato ed esposto ad atroci pericoli da cui uscì sano e salvo. Testimonianze che resero Vito santo, martire e protettore di diverse città italiane. Morì in Basilicata il 15 Giugno del 299 o del 304 d.C.
Il passaggio di Vito, Crescenzia e Modesto, lasciò tra la gente di San Vito Lo Capo, una certa emozione e intorno al 300 venne costruita la prima cappella a lui dedicata. La cappella nel tempo venne ingrandita e abbellita perché arrivavano molti pellegrini che, conoscendo la fama del Santo martire, venivano qui per venerarlo. Intorno alla cappella nacque la fortezza – alloggio, l’attuale Santuario, per dare ospitalità ai pellegrini e difenderli dai banditi che arrivavano per saccheggiarli. Nacquero prima capanne, poi case per ospitare i numerosi devoti e poco alla volta si crearono nuclei abitati. Nasceva così il paese, ma solo dopo molti decenni San Vito Lo Capo e le sue contrade divennero veri centri abitati; tra questi Macari e Castelluzzo.
Ed ecco che ogni anno si festeggia il 15 di giugno in ricordo del Santo, rievocando la leggenda legata allo sbarco sulla spiaggia che è il momento più emozionante dell’intera rievocazione. Si ripete il rito e, su una piccola barca, giungono dal mare, al tramonto, il giovane Vito, la nutrice Crescenzia e il maestro Modesto.
A questo punto, a un segnale convenuto, tutte le barche in attesa, escono in mare e accolgono i naufraghi mentre sulla spiaggia i fedeli e i curiosi si raccolgono in una grande folla e aspettano lo sbarco del Santo. Nel momento in cui tutti e tre i “Personaggi” toccano terra, per festeggiare il loro arrivo, vengono lanciati razzi dalle barche. Dopo di che fedeli, turisti e curiosi si preparano a seguirli fino al Santuario con un lungo corteo che, attraversando il paese, si fa sempre più folto e festoso, accompagnato da canti e preghiere.
Il corteo, giunto in piazza, attende l’uscita, dal Santuario, della statua di San Vito che, per la ricorrenza, viene addobbato con la corona, la palma, la croce e il martello coperto dei doni, frutto della devozione cristiana. E così parata, la statua del Santo, viene portata davanti ai fedeli e dà il via alla processione vera e propria che farà il giro, per le vie del paese, fino a mezzanotte. La rievocazione si concluderà con uno spettacolare gioco di fuochi pirotecnici.