Castelli

La Zisa: il meraviglioso palazzo Arabo-Normanno nel cuore della città di Palermo

Il palazzo della Zisa è uno dei capolavori d’architettura Arabo-Normanna della città di Palermo, dal 2015 Patrimonio mondiale dell’Umanità.

Venne fatto costruire da re Guglielmo I nel 1165 e terminato da Guglielmo II. Il palazzo, si trovava in origine fuori le mura della città, costituendo il monumento più importante e rappresentativo del Genoardo, il parco reale normanno, che, ispirato ai giardini islamici, come una sorta di eden, caratterizzava il territorio immediatamente fuori le mura della città di Palermo.

L’edificio è a pianta rettangolare con due torri sporgenti sui lati brevi; si sviluppa su tre livelli, sottolineati nella facciata da sottili cornici e da archi ciechi a incasso che inquadrano le finestre rettangolari, originariamente bifore sovrastate da monofore circolari.

Al centro del pianterreno si trova il cuore di tutto il palazzo, la «sala della fontana». Di chiara impronta islamica la sala ospita al suo interno una fonte collegata, mediante una canaletta che divide la sala in due, alle vasche esterne del giardino. La sala è magnificamente ornata con mosaici e tarsie marmoree che incorniciano le lastre sulle pareti e arricchiscono solennemente il pavimento.

Al lati della sala si trovano gli ambienti residenziali e le scale che conducono ai piani superiori. La sala centrale del secondo piano è stata abbondandemente modificata nel XVII secolo. In origine presentava un atrio quadrato scoperto con al centro una vasca quadrangolare a fondo piatto progettata per raccogliere l’acqua piovana, di cui si conservano ancora le tracce.

Nel 1806, la Zisa divenne la residenza dei principi Notarbartolo, rappresentanti della più antica nobiltà siciliana ed eredi della Casa Ducale dei Sandoval de Leon. I Notarbartolo effettuarono diverse opere di consolidamento, trasformarono la distribuzione degli ambienti mediante la costruzione di tramezzi, soppalchi e scalette interne.

Nel 1955 il palazzo fu espropriato dallo Stato e vennero avviati dei lavori di restauro sospesi poco dopo. Dopo circa quindici anni di abbandono nel 1971 alcune parti dell’ala destra crollarono. Ci vollero altri vent’anni perché, grazie al progetto di restauro affidato a Giuseppe Caronia, il palazzo nel giugno del 1991 fosse restituito alla storia come uno dei monumenti più belli e suggestivi della civiltà siculo-normanna.

Dal 1991 la Zisa è sede del museo d’Arte Islamica e al suo interno sono custoditi diversi manufatti provenienti da paesi del bacino del Mediterraneo. Tra questi sono di particolare rilevanza le eleganti musciarabia, paraventi lignei a grata e utensili di uso comune o talvolta di arredo (candelieri, ciotole, bacini, mortai) realizzati prevalentemente in ottone e spesso impreziositi da sottili lamine d’oro e argento. Tra i reperti del museo si trova anche una lapide marmorea di forma esagonale sopra la quale è ripetuta un’iscrizione cristiana in quattro lingue: ebraico, latino, greco e arabo. Un’importantissima testimonianza del sincretismo culturale che caratterizzò il periodo normanno in Sicilia.

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