A Ispica, il Loggiato del Sinatra, uno dei più belli, spettacolari e scenografici monumenti siciliani
Ispica, nel ragusano, chiamata Hyspicae fundus dai romani, probabilmente per la presenza della cava e successivamente Spaccaforno, è ritornata, nel 1935, all’antico nome, italianizzato in Ispica. La sua ricostruzione, dopo la parziale distruzione causata dal terremoto del 1693, avvenne, al di fuori della cava. Evidente lo stile barocco nelle chiese di Santa Maria Maggiore, San Bartolomeo e nella Santissima Annunziata.
Nella vecchia Ispica, in quella vallata fluviale che si apre fra i monti Iblei, restano solamente i quartieri intorno alle chiese meno danneggiate come quella di Sant’Antonio e l’altra del Carmine, quartieri dove sono riconoscibili i tratti dei caratteristici borghi medievali.
Di fronte alla Basilica di Santa Maria Maggiore fa sfoggio di sé un bellissimo porticato che segue l’andamento semiellittico della piazza creando un semicerchio. E’ il Loggiato del Sinatra, uno dei monumenti siciliani più spettacolari, così detto dal nome dell’architetto siciliano Vincenzo Sinatra, di Noto, che ha progettato sia la basilica che il porticato, quest’ultimo in chiaro stile rococò. Il risultato è una piazza bellissima, particolare, scenografica, dove si sono alternate scene di famose fiction, lungometraggi ed è stata location ambita da registi come Vittorio De Sica, attraversata da presenze illustri come quella di Sopfia Loren.
Il loggiato nella sua struttura ricalca il modello del Bernini a San Pietro; è formato da ventitrè aperture, intervallate da lesene, elementi architettonici, simili a colonne, sporgenti dalla parete, ma di pura funzione decorativa, che risaltano verticalmente, ripetendosi con ritmi uguali. Gli stucchi che abbelliscono l’intero loggiato sono opera del palermitano Giuseppe Gianforma che li completò fra il 1750 e il 1761 .
Nella parte centrale del Loggiato, si evidenzia un ingresso, per così dire, più imponente e maestoso, formato da tre volte monumentali. Da questo partono, a destra e a sinistra, due ali simmetriche che abbracciano la piazza. Archi, decorazioni, stemmi e volute rendono prezioso questo particolare monumento che testimonia lo stile rococò che si trova spesso, in legno, in occasione delle feste religiose.
Attraversare la Piazza di Santa Maria Maggiore, all’imbrunire, quando si accendono le prime luci che mettono in risalto gli ornamenti del loggiato, fa sprofondare il visitatore in un mondo fiabesco. L’atmosfera, gli effetti di luci e ombre, la ricchezza e la leggerezza delle decorazioni e degli stucchi, la simmetria degli archi e delle lesene, l’eleganza di quel semicerchio, che si allarga in un abbraccio, fa perdere i contorni del reale. Ed ecco avvertire un leggero scalpitio, una carrozza discreta attraversa la piazza, apre la portiera alla dama che, frettolosa e furtiva, sale raccogliendo a sè l’abito sontuoso e se ne va perdendosi sotto le luci che si fanno sommesse, sfumando col calar della notte.