Non era a vapore e non consumava elettricità: il “pesante” antenato del nostro ferro da stiro
Stirare non è certo l’impresa più divertente del mondo ma sicuramente un’incombenza necessaria per rimuovere le pieghe ai tessuti dopo il lavaggio. Lo sapevano già ai tempi della dinastia Han in Cina nel 200 d.C. Sì, perché il nostro modernissimo ferro da stiro, anche se in pochi lo sanno, conta tra i suoi antenati, modelli antichissimi risalenti ad allora.
Il primo esemplare di ferro da stiro a caldo viene attribuito proprio ai cinesi ed era costituito da un recipiente in bronzo con manico in legno, dentro il quale veniva introdotta della brace incandescente. Un oggetto di uso casalingo, molto rudimentale e diverso da quello che noi oggi conosciamo, ma già allora al centro di raffinate ricerche di designer. Erano spesso decorati finemente secondo il gusto dell’epoca e, nelle famiglie più ricche, un prezioso manico in avorio sostituiva quello in legno.
Nel 1737, Isaac Wilkinson costruì il primo ferro da stiro dalla forma appuntita e formato anch’esso da un recipiente in cui veniva inserita la brace incandescente, con delle fessure ai lati per facilitare il passaggio dell’aria utile ad alimentare la brace. Furono questi i ferro da stiro che accompagnarono le massaie fino ai primi anni del XX secolo.
Se ancora oggi stirare non è proprio cosa gradita, nonostante modernissimi e leggerissimi ferri a vapore, specialmente in estate, non osiamo immaginare quale maestria e pazienza dovessero avere le nostre bisnonne nell’usare questi pesantissimi stira biancheria. Spesso la cenere fuoriusciva dai buchi laterali sporcando lenzuola e vestiti e costringendo le donne a rilavare il bucato.
A volte, negli incidenti più sfortunati, a fuoriuscire erano piccoli pezzi di brace incandescente che bruciavano e bucavano la biancheria che le massaie pazientemente e magistralmente rattoppavano e riparavano.