Nascosta tra i vicoli di Palermo vi è una delle chiese barocche più belle del mondo
La Chiesa del Gesù nota come Chiesa Casa Professa, è uno dei capolavori barocchi più importanti di Palermo, dichiarata nel 1892 monumento nazionale.
Il nome di Casa Professa, deriva dall’annessa casa madre dei padri della compagnia di S. Ignazio di Loyola, detti anche Padri Professi in ricordo dei quattro voti professati dagli appartenenti all’ordine. L’origine del monumento risale al 1564 quando divenuta troppo angusta la chiesa di S. Maria della Grotta Gesuiti iniziarono la fondazione della chiesa barocca più bella di sempre, inglobando anche quella dei Santi Filippo e Giacomo. Il maestoso edificio venne completato e consacrato solennemente il 16 di agosto del 1636 dal cardinale Giannettino Doria.
La facciata principale, ripete il motivo sontuoso e severo delle chiese barocche gesuitiche. Posta in una nicchia sopra il portale centrale si trova la statua della Madonna della Grotta, mentre a sovrastare le due porte laterali più piccole troviamo le statue di S. Ignazio e S. Francesco Saverio. Il prospetto è sormontato da un grande timpano con al centro, lo stemma dei gesuiti.
L’interno della chiesa, a pianta latina a tre navate è in netta contrapposizione con l’austera facciata. Le opulente decorazioni barocche ricoprono la chiesa per intero. Sul pavimento, sul soffitto, sui muri, sulle colonne, all’interno del presbiterio e delle cappelle laterali, ovunque si posi lo sguardo è un ininterrotto susseguirsi di sculture, tarsie policrome, marmi colorati, stucchi e affreschi realizzati da alcuni tra gli artisti più importanti dell’epoca (Ignazio Marabitti, Vito D’Anna, G.no Vitagliano, A.no Grano, Giacomo e Procopio Serpotta, Pietro Novelli, Paolo Amato, Gaspare Bazano, Giacomo Pennino, Camillo Camilliani).
Nel maggio del 1943 i bombardamenti distrussero la cupola che cadendo trascinò con sé le parti del transetto, terminata la guerra la cupola fu interamente ricostruita e un delicato e accurato restauro riuscì a recuperare i danni inflitti alla chiesa.
Le foto di questo articolo ci sono state gentilmente concesse dagli amici di Gira con Noi Sicilia, la seguitissima social guida siciliana che potete seguire sia su Instagram che su facebook.
L’ho vista, due volte l’ho vista. Ne servirebbero altre 1000 per catturare nella memoria la magnificenza di questa chiesa.
Bella, bella da togliere il fiato. Non sai cosa guardare prima. Hai paura di aver perso qualcosa perché non ci puoi stare una giornata. Purtroppo il tempo che si dedica è il tempo delle ferie estive ed è molto limitato, per questo ci sono ritornata. Dietro l’altare maggiore c’erano in esposizione, dei paliotti d’altare ricamati a mano dalle suore di clausura, tutti in corallo e fili d’oro. Una cosa veramente fuori dal mondo per la bellezza della fattura.