Arte

A Messina si trova il più grande e complesso orologio meccanico astronomico del mondo

E’ sicuramente il monumento più rappresentativo di Messina, alto 90 metri, e con una base quadrata di circa 10 metri per lato, stiamo parlando della torre campanaria del duomo della città, al cui interno è integrato il più grande e complesso orologio meccanico astronomico del mondo.

Realizzato dai fratelli Ungerer di Strasburgo, dopo il tremendo terremoto che nel 1908 rase al suolo la città di Messina, l’orologio venne inaugurato nel 1933; da allora tutti i giorni a mezzogiorno avvia il movimento di diverse sculture in bronzo dorato, legate alle tradizioni civili e religiose della città, al suono dell’Ave Maria di Schubert, per circa 12 minuti.

Orologio astronomico di Messina – Foto di Nikiforov Alexander – Shutterstock

Il Campanile è visitabile all’interno. Lungo il percorso delle scale, si ammirano le statue in bronzo e il complesso e ingegnoso sistema di leve e ingranaggi che consente il movimento dell’orologio.

In cima al campanile, disposti su ogni lato della torre, si trovano i quadranti delle ore. Ogni quadrante misura 2,4 metri di diametro e il funzionamento è dettato dal cuore dell’orologio. Attraverso una porta in legno si accede al belvedere da cui è possibile ammirare il panorama della città di Messina e dello stretto.

Alla sommità della torre si trova il leone, in bronzo dorato, alto 4 m., simbolo della provincia di Messina e della forza. Allo scoccare del mezzogiorno, la statua dorata agita la bandiera, muove la coda, rivolge il capo verso la piazza e ruggisce per tre volte consecutive.

Poco più in basso tra le due eroine si trova il gallo. Alto 2,20 metri, è simbolo del risveglio; subito dopo il ruggito del leone batte le ali, solleva la testa e canta per tre volte consecutive. Le ore e i quarti sono scandite da due statue in bronzo, alte 3 m. raffiguranti Dina e Clarenza, le due eroine che difesero la città di Messina durante la guerra dei Vespri Siciliani. Nel piano del gallo si conserva il “cuore dell’orologio”, un complesso meccanismo di orologeria a contrappesi, che regola il movimento delle 54 sculture collocate nelle sette scene che compongono l’orologio.

Foto di user32212 da Pixabay

Proprio al di sotto delle due eroine si trova la Madonna della lettera, patrona della città di Messina. Secondo la leggenda nel 42 d. C. San Paolo fece visita alla città di Messina per diffondere il Cristianesimo. I cittadini, entusiasmati dalla sua predicazione, inviarono a Gerusalemme un ambasciatore per rendere omaggio alla Madonna, ancora vivente. La Madonna fece avere al popolo messinese una lettera, in cui prometteva la sua eterna protezione alla città. La frase finale della lettera, “Vos et ipsam civitatem benedicimus”, è ancora oggi riportata sul basamento della Madonnina che domina il Porto. Nel campanile poco dopo mezzogiorno, un angelo porta la lettera alla Madonna, seguono, dopo di lui, S. Paolo e gli ambasciatori messinesi che si inchinano e sfilano dinanzi alla vergine.

Spostandoci ancora verso il basso troviamo le bibliche, quadri in bronzo dorato che variano in relazione al calendario liturgico, nel seguente ordine:

Da Natale all’Epifania: adorazione dei pastori. I pastori sfilano e si inchinano dinanzi a Gesù bambino, alla Madonna e a S. Giuseppe.

Dall’Epifania a Pasqua: adorazione dei Re Magi. Guidati dalla stella cometa, i Re Magi, ciascuno accompagnato da un valletto, adorano il Bambinello che è tenuto tra le braccia di Maria.

Da Pasqua a Pentecoste: resurrezione di Gesù. Due soldati stanno a guardia del sepolcro, dal quale, mentre essi guardano sgomenti, si innalza Gesù.

Da Pentecoste a Natale: discesa dello Spirito Santo. I dodici apostoli, sono nel cenacolo intorno alla Madonna. Una colomba, simbolo dello Spirito Santo, vola sopra gli apostoli; sulle loro teste appaiono delle fiammelle, mentre alzano in alto le braccia.

A seguire, sotto le scene bibliche, la scena che ricorda la fondazione del Santuario di Montalto che sorge sul colle della Caperrina, a sinistra di chi guarda l’orologio. Secondo una leggenda nel 1294 la Madonna apparve in sogno a fra’ Nicola, chiedendogli di costruire una chiesa da dedicare al Suo nome. Gli disse di radunare le autorità cittadine sul colle, perché a mezzogiorno una colomba avrebbe disegnato in volo il perimetro della chiesa che doveva essere costruita. Così accadde secondo la tradizione e la chiesa venne edificata. A mezzogiorno, sul suono dell’Ave Maria di Schubert, una colomba disegna in volo un cerchio e, subito dopo, dalla roccia emerge il Santuario di Montalto.

Ancora più in basso si trovano quattro statue a grandezza naturale raffiguranti le fasi della vita, l’infanzia (un bambino), la giovinezza (un giovane), la maturità (un guerriero), la vecchiaia (un vecchio). Le figure si alternano al centro della scena ogni quarto d’ora. La morte, rappresentata da uno scheletro, con la sua falce in mano, scandisce il corso della vita.

Ultimo in basso il carosello con i giorni della settimana. Ciascun giorno è rappresentato da una divinità pagana, portata in trionfo da un carro, trainato da un animale diverso. Ogni scena cambia a mezzanotte. Ecco l’ordine dei carri:

Domenica: Carro tirato da un cavallo e guidato da Apollo
Lunedì: Carro tirato da un cervo e guidato da Diana
Martedì: Carro tirato da un cavallo e guidato da Marte
Mercoledì: Carro tirato da una pantera e guidato da Mercurio
Giovedì: Carro tirato da una chimera e guidato da Giove
Venerdì: Carro tirato da una colomba e guidato da Venere
Sabato: Carro tirato da una chimera e guidato da Saturno

Sulla facciata laterale destra invece, alla stessa altezza del piano della Madonna, è collocata la luna, un globo di 1,20 metri di diametro, suddiviso in due emisferi, uno dorato e l’altro nero; in modo da mostrare alternativamente le due facce in perfetta sincronia con i movimenti e le conseguenti fasi lunari. La luna ruota intorno al proprio asse e compie un giro completo in 29 giorni, 12 ore, 44 minuti e 3 secondi.

Al disotto di essa si trova il planetario. Al centro è il sole, tutt’intorno i nove pianeti che ruotano intorno ad esso, collocati a distanza proporzionale a quella reale. Il tempo di rivoluzione non è uguale per tutti i pianeti, ma è perfettamente sincronico a quello reale, con un’approssimazione fino al centesimo di secondo.

Ultimo in basso il calendario perpetuo, un grande disco di circa 3,50 metri di diametro, all’interno del quale sono segnati i giorni, i mesi, gli anni e le feste mobili. Un angelo in marmo indica con una freccia il giorno. Il cambio della data avviene automaticamente a mezzanotte.

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