Palermo: crocevia del Mediterraneo dalla storia plurimillenaria, capitale dell’accoglienza
Fondata dai Fenici tra il VII e il VI secolo a.C., è stata oggetto di tante dominazioni, ognuna delle quali ha lasciato le sue impronte nella storia, nell’arte e nella cucina. Romani, Bizantini, Saraceni e Normanni, chiunque sia passato da qui ha contribuito in modo fondamentale alla storia della città. Infatti Palermo offre tanto a chi viene a visitarla, non soltanto in termini di arte e cultura ma anche per le proposte enogastronomiche che conquistano ogni palato. Affascinano i visitatori anche le bellezze dal punto di vista naturalistico e del paesaggio.

Il centro storico di Palermo
Il Teatro Massimo, il più grande teatro lirico d’Italia, il terzo in Europa per le dimensioni, è un gioiello in stile neoclassico. Segue il Teatro Politeama, famoso per il suo stile pompeiano, situato nella zona centrale che regala un’atmosfera medievale.
La Cattedrale, la cui storia inizia nell’epoca punica per proseguire in quella romana, fu poi ricostruita in epoca bizantina ed è diventata una moschea nell’epoca araba. Riconquistata e ricostruita da Normanni e Spagnoli, rimane un edificio unico nel suo genere.
Seguono il Palazzo dei Normanni e la Cappella Palatina; il primo è attualmente sede dell’Assemblea Regionale Siciliana e al suo interno vi sono tante bellissime stanze da scoprire, la Cappella Palatina splende per i numerosi mosaici di una bellezza unica
Il Castello della Zisa, che in arabo vuol dire “la splendida”, venne costruito nel 1165 come residenza estiva ed è un luogo molto suggestivo.
I mercati storici di Ballarò, il Capo e La Vucciria sono luoghi caratteristici all’interno dei quali si può anche pranzare e cenare, in alcuni piccoli ristoranti che propongono la cucina tipica di Palermo.
Piazza Pretoria e la Fontana della Vergogna sono nel pieno centro storico. Sulla piazza sorge Palazzo delle Aquile, sede del Comune, e la fontana osserva la città con le sue tantissime statue.
San Cataldo e la Martorana sono due meravigliose chiese a due passi da piazza Pretoria. San Cataldo è subito riconoscibile per le classiche cupolette rosse.
Santa Maria dello Spasimo, cui manca il tetto crollato a metà del Settecento e mai ricostruito, oggi ospita concerti ed eventi ed è, naturalmente, visitabile.

L’incrocio fra via Maqueda e corso Vittorio Emanuele, è conosciuto dai palermitani come i “Quattro Canti”. Una piazza chiusa da quattro facciate, costruite in epoca barocca, e dedicate ai quattro sovrani, ai quattro santi protettori di Palermo e alle quattro stagioni. Numerose le Chiese di Palermo: un elenco infinito, con tanti stili diversi. Ancora La Cala e il Foro Italico.
Monte Pellegrino, dichiarato da Goethe “il più bel promontorio del mondo”, è il massiccio montuoso che domina la città di Palermo. Il percorso che porta fino al Santuario di Santa Rosalia, in cima alla montagna, è chiamato scala vecchia ed è quello che i Palermitani, in pellegrinaggio, risalgono nella notte tra il 3 ed il 4 settembre per andare a pregare la Santa là dove visse l’ultima parte della sua vita e morì. Lungo il percorso, sorgono qua e là delle Cappelle Votive dedicate a S. Rosalia.
Da visitare le Catacombe dei Cappuccini all’interno delle quali si trova la mummia più bella del mondo, quella della piccola Rosalia Lombardo.

Chiunque visiti Palermo, non può perdersi la spiaggia di Mondello e, poco distante da Mondello, Sferracavallo, altra borgata marinara.
La cucina palermitana
Qui si trovano le migliori specialità dello street food: pane con le panelle e le crocché, pane con la meusa (milza), sfincione e stigghiole ne sono gli esempi più significativi. Molto buona anche la rosticceria, che si trova in vendita nei bar e nei panifici. Lasciatevi incantare dai dolci, dai classici cannoli, dalle cassate e da tutta la pasticceria mignon a base di ricotta.
Palermo, capitale dell’accoglienza
Nei quartieri più poveri volontari e Comune integrano 25 mila stranieri. Ballarò, il quartiere del mercato in pieno centro storico di Palermo, è diventato uno straordinario miscuglio sia di colori, che di odori e sapori, dove le culture e le cucine si sono mescolate.
Quando scende la sera, i negozi ancora aperti degli immigrati, danno vita e luce al quartiere che rivive con i commercianti bengalesi e con Moltivolti , un ristorante, un centro sociale, laboratorio culturale e gastronomico con la sua cucina “siculo-africana”, dove, a pranzo, puoi mangiare un cous-cous afgano e involtini palermitani e la sera assistere a un affollatissimo concerto di musica dei Balcani. Uno spazio d’incontro in cui il cibo favorisce l’incontro e dove regna la solidarietà che si manifesta anche nella distribuzione di pasti per italiani e stranieri in difficoltà.