Oggi a Custonaci un incontro sulle criticità della Riserva. L’ente gestore piazza decine di telecamere
di Giuseppe Lombardo
Abbiamo assistito questa mattina, presso la villa comunale di Custonaci, a una tavola rotonda dove si è discusso delle criticità relative alla riserva di Monte Cofano, e dove si è fatto il punto sullo stato di avanzamento del progetto di messa in sicurezza delle aree interdette al pubblico a causa della frana venutasi a creare ormai più di due anni fa, progetto che potrebbe diventare esecutivo la prossima primavera. Presenti all’incontro la deputata regionale On. Valentina Palmeri, il dott. Giarrizzo del dipartimento regionale azienda foreste demaniali, il dott. Giacomo Scala in rappresentanza del commissario straordinario al dissesto idrogeologico, la dott.sa Restuccia, in rappresentanza dell’assessorato regionale, il dott. Trapani dell’Ispettorato Ripartimentale Foreste di Trapani e l’amministrazione comunale nella persona del Sindaco e dell’assessore ai lavori pubblici.

Secondo quanto ribadito in dibattito, stretto è il rapporto tra erosione della montagna ed emergenza incendi, il fuoco infatti, aumenta l’erosione superficiale, a causa della minore capacità di intercettazione delle gocce di pioggia da parte della vegetazione colpita dalle fiamme e della minore permeabilità del suolo. Un evento devastante quello dello scorso 29 luglio, che mette ancora più a nudo le criticità relative alla fruizione in sicurezza della riserva, ancora oggi, per la stragrande parte, chiusa al pubblico a causa della frana.
Una difficile convivenza, secondo il nostro punto di vista, quella tra la riserva e l’uomo; da un lato la dinamicità della montagna, dall’altro la burocrazia che impone regole e interventi di messa in sicurezza per scongiurare possibili addebiti di natura penale, a carico di chi è tenuto a gestire il luogo, nel caso in cui si verificassero “incidenti” a danno dei visitatori. Da questo bisogno nasce il progetto da oltre un milione di euro, con il quale, attraverso degli interventi “invisibili”, rassicura l’assessorato regionale, verrà imbrigliata parte della montagna per garantire l’incolumità di residenti e visitatori.
Forse però la chiave giusta per la risoluzione del problema, non sta tanto nel cercare di adattare la riserva all’uomo ma, viceversa, magari nel modificare, attraverso una legge, le linee guida che in questo momento addossano sull’ente gestore tutte le responsabilità penali di eventuali danni che l’imprevedibilità della montagna può arrecare all’uomo. Carico di responsabilità penali troppo onerose che stanno diventando motivo di impasse per tante altre riserve siciliane. Perché non permettere al visitatore opportunamente informato, di poterne usufruirne a proprio rischio? D’altronde la montagna si sa, è un luogo affascinate, vivo, mutevole e allo stesso tempo ricco di pericoli.
Nell’incontro, al quale hanno partecipato anche i cittadini residenti nella frazione, si è parlato inoltre delle problematiche relative alla gestione e al controllo dei punti di accesso alla riserva.
A tal proposito il responsabile dell’ufficio provinciale del dipartimento regionale dello sviluppo rurale e territoriale, il dott. Giarrizzo, ha fatto sapere che, da ieri, sono iniziati i lavori, finanziati dallo stesso dipartimento, per il montaggio di diverse telecamere di video sorveglianza a raggi infrarossi che avranno il compito di controllare la riserva, in modo da garantire sia il controllo del territorio durante le ore di chiusura, sia l’incolumità dei lavoratori, spesso donne, che da sole presidiano le entrate.